AMAVA IL CHELSEA HOTEL
Sono gli anni sessanta, sono gli anni dei figli dei fiori, del rock e degli spinelli. Leonard Cohen sull’isola di Wight canta una canzone per Marianne, la sua musa. Ha una voce profonda, un ritmo lento. I ragazzi si lasciano portare in volo, perché Len ha qualcosa di ipnotico. Sentirlo cantare è come entrare nello zoo del Bronx. La guerra gli ha portato via suo padre a soli nove anni e la guerra torna in continuazione nelle sue canzoni. Vuole vedere da vicino la guerra del Vietnam, la rivoluzione di Cuba, e pensa: perché l’uomo ha il permesso di uccidere? Nelle sue canzoni il dolore si mescola all’esaltazione. Hallelujah è una esclamazione di gioia. Con Suzanne inizia la sua carriera di songwriter. Suzanne, a metà folle e a metà dedita alla carità, gli serve il the con bucce di arancio. Seguono mille altre canzoni che raccontano di mille donne, perché Len si innamora sempre. Le donne nelle sue canzoni appaiono come angeli, come sante o come soldatesse. Sono loro le vere eroine della sua storia.
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Acquista biglietto - AMAVA IL CHELSEA HOTEL - mercoledì 12/02/2025 - 20:45
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